AnaLogic

La forma e la sostanza, la pellicola e le idee. 

Ho ricominciato ad usare macchine fotografiche analogiche dal 2006, con Lomography.

Nel 2009 ho esposto per la prima volta una serie di fotografie in medio formato 120mm dal titolo Jenifer Inquietante presenza.

Questa mostra sarà poi replicata in forma ridotta in varie gallerie e mostre collettive in Italia.


Nel 2014 inizia la collaborazione con Bookbank ed Elisa Bozzi come curatrice con la mostra

Landframes, realizzata con Lomo Action Sampler. 


Nel 2018 la galleria Il Lepre di Piacenza ospita la personale e antologica Into the light curata 

da Sarah Patané.


Nel 2019 è ancora con Bookbank che espongo la mostra Puppies.



Per me una bella foto è quella che sa evocare.

Spesso sono ricordi lontani, a volte sono sogni sbiaditi, altre volte sono visioni di esistenze parallele. La foto qui è un medium.

Le foto perfette sono altre. Per questo non uso la macchina digitale ma vecchie macchine a pellicola, soprattutto Lomo, con tutti i loro sorprendenti difetti di messa a fuoco ed esposizione.

Queste foto sono spesso presentate come sequenze, di solito conseguenti nella scansione della pellicola, o sovrapposizioni grazie all’avanzamento manuale del film. I titoli sono scritti a mano sopra le stampe che sono come pagine di un fuori-tempo diario dell’adolescenza, età dei sogni e dei voli pindarici. Per questo sono i titoli e i testi delle canzoni dei miei gruppi preferiti (Depeche Mode, Cure, Simple Minds, Pet Shop Boys, Duran Duran...). Musica che accompagna sempre i miei scatti in giro per il mondo: Piacenza, Milano, Torino, Parigi, Berlino, Düsseldorf e Los Angeles.


“A photograph is a secret about a secret. The more it tells you the less you know” (Diane Harbus)

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